Trasportatori di cavalli..che fortunelli??

Immaginate una coppia di amici con la passione per i cavalli.
Progettano una escursione in montagna o di partecipare a una gara nella città vicina, un concorso di salto ostacoli piuttosto che una delle tante competizioni di monta western che si organizzano nel weekend.
Caricano i loro animali sul camioncino di uno dei due e partono alla volta di sentieri tra i boschi, vallate in cui galoppare, natura incontaminata.
Fine del sogno.
Risvegliatevi: siete in Italia e quello che altrove è la normalità da noi si trasforma in un incubo fatto di circolari ministeriali, carte bollate, multe salatissime.
La circolare del ministero dei Trasporti e degli Interni 
L’ultimo durissimo colpo a un settore già in difficoltà lo ha assestato il ministero dei Trasporti e quello degli Interni: il 15 ottobre scorso hanno emesso una circolare che disciplina il trasporto in “conto terzi” e in “conto proprio” dei cavalli. Tradotta dal ministerialese, la circolare impone, in teoria per contrastare trasporti “conto terzi” (a fini di lucro) illegali e con pagamenti in nero, che un proprietario di un mezzo autorizzato al trasporto dei cavalli possa trasportare solo animali di sua proprietà. Dunque, tornando all’onirico esempio dell’inizio, uno dei due amici deve restare a casa col suo cavallo. A meno che non ceda con un contratto di comodato d’uso registrato presso l’Agenzia delle Entrare l’animale al suo amico-proprietario del camioncino. Certo, c’è un’altra possibilità: rivolgersi a un trasportatore professionista (ed è qui che nasce qualche sospetto sui reali ispiratori della circolare!!!). Il prezzo minimo per trasferire un cavallo è di un euro a chilometro, quindi per una gita domenicale a 100 km di distanza da casa bisogna mettere in preventivo (tra andata e ritorno) almeno 200 euro di spese aggiuntive. Sempre ammesso che troviate un trasportatore libero in quel giorno e in quegli orari, e che sia disponibile a dedicarvi tutta la giornata (il tempo di portarvi a destinazione, lasciarvi fare la passeggiata o la gara e riportarvi a casa) per 200 euro.Ma l’equitazione è uno sport da ricchi, si dirà. Può valere per alcune discipline, il salto ostacoli per esempio, e in alcune aree del Paese, le grandi città dove mantenere e allenare un cavallo è in effetti uno sforzo economico notevole. Ma altrove l’andare a cavallo è una pratica estremamente popolare, che ha a che fare con le nostre radici contadine, piuttosto che con velleitarie ambizioni nobiliari. Lo confermano i dati dell’indagine Fieracavalli-Nomisma “Cavallo che passione”, presentata in occasione della 120esima edizione della manifestazione in programma a Verona fino al 28 ottobre: nell’ultimo anno sono montati in sella più di tre milioni di italiani, nel 90% dei casi per fare del turismo equestre. E il 35% di questa enorme platea di cavalieri dichiara di andare a cavallo regolarmente. Non solo: nel 2017 Confagricoltura aveva certificato che nelle fattorie italiane vivono 420mila cavalli e che il settore dà occupazione a oltre 40mila persone. Ora molti di loro dovranno fare i conti con la nuova circolare ministeriale. E probabilmente starsene a casa.
La protesta delle federazioni sportive
La prima reazione è stata quella delle federazioni sportive, la Fise (Federazione italiana sport equestri) e la Fitetrec (Federazione italiana turismo equestre e Trec). I due presidenti, Marco Di Paola e Alessandro Silvestri, hanno scritto al ministro dell’Interno Salvini e al ministro delle Infrastrutture Toninelli perché sospendano la circolare del 15 ottobre. “E’ un provvedimento inaccettabile”, dice Di Paola, “che non tiene conto del settore sportivo e rischia di mettere in grande difficoltà i 2.400 enti affiliati alle nostre federazioni e i 150 mila tesserati che praticano discipline olimpiche”. In pratica la circolare azzoppa i circoli ippici. Molti di essi hanno un proprio camion con cui portare in gara i cavalli sportivi dei soci. Dal 15 ottobre non è più possibile: tutti gli animali a bordo devono essere intestati a chi guida il camion. “E’ assurdo”, commenta Di Paola. “Ed è per questo che in attesa che la circolare venga sospesa, la Fise offrirà assistenza legale a tutti coloro che ne dovessero essere danneggiati”.Il testo uscito dai ministeri dei Trasporti e degli Interni ha, in effetti, più di una lacuna di logica. “Se io ho un trailer (un carrello di quelli trainati dalle automobili, ndr) posso caricare il cavallo di un amico. Se invece ho un camioncino da due posti non posso farlo. In base a quale principio viene fatta questa discriminazione?”, si chiede Di Paola. Ancor più bizzarra l’eccezione fatta per i camion-caravan, quelli cioè che hanno anche uno spazio per il pernottamento delle persone. In quel caso la circolare prevede che i cavalli a bordo possano anche non essere del proprietario del mezzo, purché i titolari degli animali siano a bordo. La logica degli estensori della circolare dovrebbe essere questa: se tutti i proprietari dei cavalli viaggiano e dormono insieme, allora, effettivamente si stanno spostando per una attività ludica in cui ognuno monta il suo animale e il trasporto non è a fini di lucro. Si potrebbe obiettare che la stessa cosa si può fare senza avere a bordo delle cuccette, ma dormendo in tenda o in albergo. Ipotesi che i tecnici del ministero evidentemente non devono aver contemplato.
L’involuzione digitale
Ma il “divieto di trasporto”, come si diceva, è solo l’ultimo colpo a un settore sportivo-turistico che invece di attrarre nuovi appassionati rischia così di perdere quelli che tenacemente resistono. Nell’ultimo anno i proprietari di cavalli hanno potuto sperimentare sulla propria pelle le meraviglie dell’informatizzazione. Fino a settembre 2017, prima di trasferire un cavallo, verso un pascolo, un campo di gara, un raduno, andava compilato a mano un modello in cui registrare i dati dell’animale, del proprietario, del mezzo di trasporto. Una “formalità” imposta questa volta dal ministero della Sanità, in quanto titolare dei controlli veterinari sul benessere animale e sulla diffusione di eventuali epidemie negli allevamenti. Ebbene a fine 2017 si è passati al digitale. Tutto più rapido e smart? Macché. Oggi per compilare il modulo si deve andare fisicamente alla Asl, dove l’impiegato di turno sbrigherà la pratica digitale (connessione a Internet permettendo). In alternativa c’è il fai-da-te, ma richiede impegno una dotazione informatica di tutto rispetto: un computer, un lettore di smartcad collegato al pc, una smartcard acquistata presso la Camera di Commercio (o in alternativa la tessera sanitaria abilitata alla prestazione di servizi online), una connessione a Internet e una stampante. Se si ha tutto questo, e se ci si è dedicati per una decina di giorni a fare la spola tra la propria Asl e la Banca dati veterinaria nazionale (che fisicamente ha sede a Teramo), potete compilare il fatidico Modello 4 digitale. Ma attenzione: pur essendo tutto digitalizzato dovete farlo entro le 23. Se avete deciso di partire alle 23,01 è troppo tardi, la Banca dati digitale è chiusa (!?) e se ne riparla domani.Ma è solo una delle singolarità. Un’altra? Nella compilazione del Modello 4 digitale viene chiesto di specificare in dettaglio l’itinerario seguito, sia con il mezzo di trasporto che quando ci si è messi in sella. Ecco, supponiamo che una volta partiti un imprevisto, un ingorgo, una frana, una manifestazione, renda irraggiungibile la meta prefissata e costringa a cambiare programmi. Beh, per farlo bisognerebbe avere con sé computer, lettore di smartcard, connessione a Internet e stampante per ricompilare il Modello 4 digitale e poi stamparlo nuovamente (perché nell’era digitale è obbligatorio stamparlo). Se non si viaggia con un ufficio mobile al seguito, meglio fare marcia indietro e tornare a casa. Oppure, come suggeriscono senza assumersene la responsabilità i volenterosi operatori della Banca dati e delle Asl, modificare a mano il Modello 4 digitale apportando la variazione di programma. Naturalmente era stata promessa una App che avrebbe consentito a tutti i proprietari di cavalli di sbrigare le pratiche per il trasferimento dei propri animali in pochi secondi dallo smartphone, 24 ore su 24. A 13 mesi dalla transizione al digitale non ce n’è traccia. E a giudicare dai bizantinismi informatici e lessicali del sito della Banca dati nazionale, difficilmente la App, se mai vedrà la luce, sarà abbastanza friendly da poter essere usata con profitto.”Siamo intenzionati a dare battaglia”, conferma il presidente Fitetrec Silvestri. “Questi provvedimenti stanno scoraggiando molti dei nostri associati. Ecco perché con la Fise abbiamo chiesto un incontro ai ministeri competenti”. Suggerirete una soluzione? “Proporremo di distinguere tra chi alleva e trasporta cavalli per fare profitto e chi per attività ludiche o sportive. Se un cavallo è “tesserato” a una federazione sportiva deve essere libero di circolare senza tutte le complicazioni previste ora”.
Cavilli e cavalli
Nell’attesa, la circolare la circolare del 15 ottobre e la digitalizzazione dell’anagrafe equina restano in vigore e confermano un paradosso: un controllo, ai limiti dell’ossessivo, per un settore che certamente ha zone d’ombra (corse clandestine, macellazioni illegali, furti di animali) ma che è anche tra i più facili da sorvegliare. I cavalli infatti sono gli unici animali domestici a essere dotati di un passaporto, proprio come gli esseri umani. Anzi, assai più dettagliato: riporta il nome del proprietario, il numero di microchip dell’animale, le attestazioni sanitarie relative a vaccinazioni ed eventuali infezioni contagiose. In caso di controllo dovrebbe essere semplice capire se ci si trova di fronte a cavalieri della domenica o a ladri di bestiame. E invece si continua a emettere norme che finiscono per vessare i primi e a lasciare che i secondi agiscano indisturbati. Con l’effetto che i primi alla lunga si stancheranno di pagare multe e rinunceranno al loro hobby o al loro sport. Perché anche i cavilli possono uccidere i cavalli.L’avvio del tavolo con Fise e Fitetrec
“In merito alla circolare interministeriale relativa al trasporto di equidi per competizioni sportive o finalità ludiche, si comunica che in data 5 novembre sarà avviato un Tavolo di confronto con la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) e la Federazione Italiana Turismo Equestre e Trec (FITETREC-ANTE) per discutere degli eventuali problemi applicativi e ricevere eventuali suggerimenti di coordinamento tecnico. Lo sottolineano in una nota congiunta il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Interno.
tratto da Repubblica.it

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